Inspired by the famous album cover of The Beatles’ Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, this collage depicts volunteers, employees and guests of Milan’s Opera Cardinal Ferrari
day care center. Of each character we have collected a brief testimonial, a trace of history that is lost in the chorus of the work carried every day by this precious institution.
Collage Stories Opera Cardinal Ferrari
Eugenio, volontario. Il tempo per fare il volontario si trova. Io sono un avvocato fiscalista e una volta a settimana servo la colazione. Uno o due giorni al mese, invece, non prendo appuntamenti e resto tutta la giornata per dedicarmi ad attività come la distribuzione dei pacchi viveri e qualche consulenza legale. Io sono di Messina; Milano mi ha accolto e credo sia doveroso restituire un poco di quello che ho avuto a chi si trova nel bisogno.
Ornella, carissima. È un’abitudine portare la borsa, senza mi manca qualcosa. Dentro ci metto lo zainetto con il caricabatterie, i fazzoletti, i soldi (non mi fido a tenerli in tasca), la bottiglia d’acqua, la frutta e le cose che mi servono. Dove stavo prima, al dormitorio di Via Lombroso, non c’era l’armadio e dovevi portare sempre tutto con te. Dopo due anni che te la porta sempre dietro ti abitui. Io rido sì, perché se piangi cosa concludi? Mica ti danno la pensione prima? No, e vaffambagno, allora rido.
Daria, carissima. Vengo in OCF da 15-20 anni, una vita. Mi trovo bene. Adesso vivo in una casa dell’ALER e ho sempre tante cose da fare: commissioni, pulizie. Io ho un grande dispiacere: mio figlio è stato adottato da un’altra famiglia quando aveva un anno. Sono 30 anni che non lo vedo. So tante cose di lui, ma non riesco mai a incontrarlo. Chissà, forse non vuole. Spero tanto di rivederlo.
Luciano, volontario. Ero arrivato a un momento della mia vita in cui avevo bisogno di esternare qualcosa. Mi sono avvicinato a questa struttura con il desiderio di aiutare qualcuno, ma in realtà ho trovato più giovamento io che loro. Mi occupo del servizio mensa, di tenere aperta la biblioteca e mi piace molto giocare a bocce con i carissimi. A bocce alcuni sono molti bravi e mi capita più spesso di perdere. Mi difendo bene, però.
Gianni, carissimo. Mi chiamo Giovanni, detto Gianni, per gli amici, Mitico. Otto anni fa ho perso la casa perché non riuscivo a pagare le spese condominiali. Ho dormito per tre anni in strada. Adesso ho un posto in un dormitorio vicino l’ospedale Sacco. Nella mia camera siamo in nove, tutti tranquilli. Al mattino mi sveglio verso le sette, prendo il tram e vengo qui in OCF. Per me questo non è un centro diurno, è un villaggio turistico: ci sono le bocce, il calcetto, le carte, il ping pong, la tv, al sabato si può ballare.
Luigi, carissimo. Erano 20 anni che non bevevo, poi con il lockdown mi sono trovato con una compagnia sbagliata, ero sempre in giro, e ho ricominciato. A luglio un assistente sociale mi ha proposto di venire in OCF per avere un posto dove stare durante il giorno. Qui ci sono il barbiere, la pedicure, il podologo, il medico, la biblioteca, insomma, ci sono un sacco di attività che ti aiutano a superare il momento.
Credits
ClIENT
Opera Cardinal Ferrari
PRODUCTION
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PHOTOGRAPHERS
Gianluca Giannone
Andrea Mignolo
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